Piercarla Schinco

Le piastrine (anche note come trombociti) sono elementi corpuscolati del sangue. Sono specializzate nei fenomeni di emostasi, cioè impediscono la perdita di sangue a seguito di una lesione vascolare e hanno un ruolo fondamentale nella coagulazione del sangue.

Piastrine e globuli rossi

Le piastrine (anche note come trombociti) sono elementi corpuscolati del sangue. Sono specializzate nei fenomeni di emostasi, cioè impediscono la perdita di sangue a seguito di una lesione vascolare e hanno un ruolo fondamentale nella coagulazione del sangue. Le piastrine sono frammenti cellulari privi di nucleo.

Sono prodotte a livello del midollo osseo e si originano dalla frammentazione di cellule midollari chiamate megacariociti. Sono presenti nel sangue circolante in numero di 150000–400000 per mm³ di sangue ed hanno una vita media di 5–9 giorni: questo numero può tuttavia variare anche significativamente in condizioni fisiologiche particolari, come per esempio nell'esercizio fisico. A seguito di lesione vasale, le piastrine sono in grado di ancorarsi al connettivo del subendotelio e di aggregarsi. Le piastrine aggregate rilasciano sostanze chimiche che amplificano l'aggregazione piastrinica, vasocostringono, attivano la coagulazione plasmatica e promuovono il successivo ancoraggio della fibrina che ne deriva. Il risultato di questa complessa interazione fra piastrine e proteine plasmatiche della coagulazione è la formazione di un coagulo (se fisiologico, in caso di ressi vascolare) o di un trombo (se patologico, per esempio in presenza di una placca aterosclerotica).

Alcune malattie emorragiche sono causate da difetti piastrinici qualitativi (piastrinopatie: le piastrine non funzionano adeguatamente) o quantitativi (piastrinopenie: le piastrine sono troppo poche). In alcuni casi, sia fisiologici che patologici, il numero di piastrine può aumentare oltre la norma (piastrinosi). L’eccessiva riduzione del numero di piastrine espone il Paziente a rischio emorragico, l’aumento eccessivo a rischio trombotico. Le piastrinopatie sono patologie estremamente rare ed estremamente difficili da diagnosticare, ma pervenire a diagnosi è di capitale importanza per prevenire episodi emorragici indesiderati in corso di interventi, parto, manovre diagnostiche cruente ecc. Le piastrinopenie (soprattutto quelle immuni) sono meno rare, ma negli adulti tendono a diventare croniche e quindi a condizionare la vita del soggetto che ne è affetto. La terapia delle piastrinopenie, in particolare di quelle immuni croniche, per anni basata sulla somministrazione di corticosteroidi e/o sulla rimozione chirurgica della milza (splenectomia), ha recentemente subito una svolta epocale, grazie alla commercializzazione di nuovi farmaci che spesso sono in grado di risolvere anche i casi più ribelli. Si tratta peraltro di farmaci non scevri da effetti collaterali, che vanno quindi prescritti dopo un’accurata valutazione globale del Paziente ed un’approfondita conoscenza della sua storia clinica.

Le piastrinosi sono più spesso secondarie a patologie concomitanti (infiammatorie, infettive, emorragiche, neoplastiche). Quelle di origine ematologica sono per lo più croniche, associate o no ad altre emopatie, e comportano spesso sia un aumento del rischio trombotico che emorragico. Vanno quindi accuratamente diagnosticate, trattate e seguite nel tempo, soprattutto nei casi in cui la previsione di sopravvivenza sia ridotta rispetto alla popolazione normale.

I globuli rossi (o eritrociti) sono cellule del sangue la cui funzione principale è il trasporto dell'ossigeno dai polmoni verso i tessuti e di una parte dell'anidride carbonica dai tessuti ai polmoni, che la espellono. Fanno parte degli elementi figurati del sangue insieme ai leucociti e alle piastrine e con queste ultime condividono la particolarità della mancanza del nucleo (nei mammiferi). Gli eritrociti, presenti in 4,5-5 milioni/mm 3 nella donna e in 5-6 milioni/mm 3 nell'uomo, hanno una vita media di circa 120 giorni e sono famosi per la loro caratteristica forma di disco biconcavo che, oltre a facilitare gli scambi gassosi poiché aumenta il rapporto superficie/volume, permette loro di ripiegarsi per poter passare all'interno anche dei vasi sanguigni più sottili. Un globulo rosso adulto contiene quasi esclusivamente emoglobina, che è il pigmento rossastro capace di legare l’ossigeno dell’aria durante il passaggio negli alveoli polmonari. Il contenuto emoglobinico dona loro una colore rosato con le colorazioni convenzionali per gli strisci di sangue nei vetrini istologici. Gli eritrociti sono prodotti nel midollo osseo grazie all’azione regolatrice di un ormone, l’eritropoietina, secreto principalmente dal rene. Una riduzione notevole del numero di eritrociti viene chiamata anemia, che comporta un conseguente deficit più o meno grave del trasporto di ossigeno. Le cause di anemia sono molto numerose e possono essere congenite (come le talassemie) o acquisite nel corso della vita (come l’anemia da carenza di ferro o da emorragia acuta). Considerata l’importanza dell’apporto tissutale di ossigeno, è comprensibile come anche le anemie meno gravi siano suscettibili di diagnosi accurata ed approfondita e di adeguata terapia, che varia profondamente a seconda dell’eziologia. La poliglobulia è l'aumento del volume percentuale occupato dai globuli rossi nel sangue e si distingue dall'eritrocitosi, che è l'aumento del numero assoluto di eritrociti. Spesso, soprattutto se senza causa o idiopatica (policitemia vera) comporta un aumento del rischio trombotico, che è proporzionale all’aumento dell’ematocrito. Anche questa condizione non deve quindi essere sottovalutata: si impone una diagnosi differenziale fra forme secondarie e idiopatiche ed un’adeguata terapia, volta a ridurre il rischio trombotico ed il valore di ematocrito/emoglobina.