Piercarla Schinco

La trombosi è un processo patologico che consiste nella formazione di un coagulo (o trombo) all'interno dei vasi sanguigni; esso è costituito da fibrina, piastrine, globuli rossi e bianchi, e si forma impropriamente in assenza di una soluzione di continuo della parete vasale, ostacolando o impedendo la normale circolazione del sangue.

La cura della trombosi

La trombosi è un processo patologico che consiste nella formazione di un coagulo (o trombo) all'interno dei vasi sanguigni; esso è costituito da fibrina, piastrine, globuli rossi e bianchi, e si forma impropriamente in assenza di una soluzione di continuo della parete vasale, ostacolando o impedendo la normale circolazione del sangue.
A seconda del tipo di vaso coinvolto si parla di trombosi arteriosa o venosa. Le trombosi venose sono più frequenti a livello degli arti inferiori e sono associate spesso a varici, ma possono essere anche secondarie a tumori, infezioni, compressioni estrinseche e a molte altre cause, che è compito imperativo del Medico identificare; quando non viene identificata alcuna causa scatenante, si parla di trombosi idiopatica.

La definizione di trombosi idiopatica o secondaria condiziona pesantemente la terapia e la durata della stessa. Le trombosi venose si distinguono in trombosi venosa profonda (TVP) e superficiale, il cui trattamento spesso differisce profondamente. Per quanto riguarda le lesioni arteriose, i trombi possono formarsi in relazione all'aterosclerosi o ad altre lesioni della parete arteriosa e sono quelli che causano gli infarti; si parla di infarto del miocardio quando la trombosi interessa le arterie coronarie, di ictus e/o infarto cerebrale quando interessa le arterie dell’encefalo. La terapia delle trombosi arteriose e venose differisce profondamente, poiché si tratta di patologie ad eziologia molto diversa.

La trombosi , una volta instaurata, può:

  • accrescersi;
  • embolizzare: è la complicazione più grave, tipica delle TVP ma anche delle t. arteriose, ed è dovuta al distacco del trombo dalla parete del vaso e migrazione in altra regione del circolo, dove ostruisce altri vasi in distretti più importanti. Le più frequenti embolie venose sono le embolie polmonari; quelle arteriose sono spesso destinate a causare ictus cerebrale.
  • dissolversi: la fibrinolisi attivata dall'organismo può sciogliere i trombi recenti, che però con il progredire delle ore diventano sempre più stabili e resistenti.
  • cicatrizzare: all'interno di un trombo vecchio, la massa di fibrina e piastrine si trasforma in un tessuto connettivo che viene integrato nella parete del vaso. 

La diagnosi di trombosi è solitamente clinica e strumentale (ecodoppler).

Il fine della terapia è la dissoluzione completa del trombo, che si ottiene di solito con una terapia anticoagulante adeguata per dosi e tempi. E’ estremamente importante, ai fini di una guarigione ottimale, che la diagnosi sia quanto più tempestiva possibile e che la terapia venga instaurata il più precocemente possibile, a dose adeguata e per un tempo sufficiente al riassorbimento completo del trombo.